Re-ingegnerizzare l’Italia con il PNRR. Quale spazio alla cultura tecnico-scientifica?

Re-ingegnerizzare l’Italia con il PNRR. Quale spazio alla cultura tecnico-scientifica?

Il Piano presentato dall’Italia all’Unione Europea sotto la lente della progettazione

La parola “architettura” viene ripetuta sei volte nel PNRR presentato dal Governo italiano all’Europa: se ne parla in termini di organizzazione e struttura finanziaria o in riferimento all’ambito informatico e digitale. In un solo caso, parlando di “rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale” (e dopo il focus sui borghi) si cita la “tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”. C’è spazio per le barriere architettoniche o per il restauro di alto valore architettonico, ma manca qualsiasi riferimento al ruolo del progetto in senso più ampio e compiuto.

Nonostante il richiamo all’ingegneria ritorni 12 volte, la parola chiave è senz’altro “re-ingegnerizzare”. Che cosa? Le procedure amministrative. Semplificazione è la parola d’ordine, ma non potrà bastare.

Dalla mobilità sostenibile all’housing sociale, dall’intelligenza artificiale all’economia circolare, la voce progetto compare 133 volte. Le risorse ci sono e a questo punto va affrontata la questione di capire come generare nuovi progetti e portarli alla meta, prendendosene cura in ogni passaggio.

Non bastano le semplificazioni né i poteri sostitutivi né i metodi emergenziali. Ancora una volta è urgente investire nella pianificazione e programmazione, dando ruolo e responsabilità alle capacità tecniche che possono essere generatrici di progetti. Dentro e fuori la pubblica amministrazione, anche per spronare un rinnovato e virtuoso rapporto tra pubblico e privato.

L’orizzonte è quello del Next Generation Eu. L’auspicio è che la sfida promossa attraverso il New European Bauhaus possa concretizzarsi in una rinnovata promozione della cultura del progetto.

Fonte e per approfondimenti:

https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR_0.pdf